Greg Smith. Forse ai più questo nome non dice niente, ma per i più affezionati frequentatori della rete è una figura molto strana. Executive vice president dell'unità Derivati per l'area EMEA (Europe, Middle East and Asia) di Goldman Sachs, tra le più famose banche d'affari americane.
Questa persona ieri si è dimessa con una lettera aperta che è stata pubblicata dal New York Times (e qui allegata) su cui spiega perchè ha scelto questo gesto. Greg infatti ritiene di non condividere più gli stessi valori che molti anni fa lo avevano portato in Goldman Sachs.
Non che prima Wall Street fosse un luogo dove ci si rispettasse e si trascurasse il desiderio di denaro come ci insegna in celebre finanziere Gordon Gekko e il suo celebre "Greed is good" (L'Avidità è cosa buona) però c'era un rispetto per il cliente e un interesse a consigliarlo sempre nel modo migliore.
Ora invece in Goldman Sachs, e sicuramente anche nelle altre grandi istituzioni finanziarie, il clima è molto cambiato: i clienti vengono visti (e anche definiti) come Elefanti da catturare o come arance da spremere per ottenere succose commissioni. Il banchiere d'affari non è più colui che consiglia i clienti le soluzioni migliori per le sue esigenze, ma un piazzista che cerca di vendere i prodotti che sono più redditizi o indigesti per l'impresa che rappresenta.
Il metodo selettivo per gli avanzamenti di carriera non sono più le idee brillanti e le soluzioni migliori, ma coloro che producono più commissioni per la banca. Diciamo che siamo passati da un'avidità " a lungo temine" interessata sì alla speculazione, ma sopratutto a guadagnarsi la fiducia del cliente (che in questo modo avrebbe affidato altri progetti alla banca) ad un'avidità a "breve termine" che mira soltanto a spremere lo spremibile da tutti i clienti.
Entrambe sono assai deprecabili, ma il fatto stesso che un membro di questo sistema si sia ribellato e voglia tornare ad un capitalismo relativamente più moderato rappresenta senz'altro un grande passo in avanti nella visione del libero mercato. Anche dal suo stesso interno.
Possiamo dire che i vari movimenti "Occupy....." sono riusciti a scuotere l'opinione pubblica.
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